Il Romanzo parte da un qui e ora oscuro e doloroso dal quale la protagonista, per cercare di ricostruire la sua identità e la sua storia, si volta verso il passato, alla ricerca di quei momenti cruciali e spesso fatali della vita i cui indizi si annunciano già nell’infanzia, ma che progressivamente il tempo e il mestiere di vivere occultano alla coscienza. Nella storia si intrecciano più generazioni di figure femminili che, con le loro esperienze vissute e mancate, tra realtà e sogno, paure e desideri, diventano l’alter ego della voce narrante. Nel bene nel male: l’alter ego desiderato, ma anche l’alter ego temuto, quello che avrebbe corso il rischio di diventare se non fosse riuscita a salvarsi, alla fine, dissolvendo la propria vicenda in distanza esistenziale e poetica. Quando accade che la coscienza addormentata e sepolta si risvegli improvvisamente per un dolore insostenibile non ci sono molte alternative: si può scegliere di finire o costringersi ad aprire gli occhi per guardarsi dentro fino in fondo, fino ad annientarsi in se stessi. Se la stima di sé, nel passato remoto e in quello prossimo, è messa continuamente a dura prova e le àncore di salvataggio vengono gettate in un mare oscuro e profondo, non resta che trovare il coraggio di buttarsi in quel nero, “diventare quel nero” e da lì tentare di risalire. Non più fidando nella forza cieca della volontà, ma su quella quieta della compassione verso se stessi, le persone che amiamo e quelle che si incrociano con la nostra esistenza: un percorso che supera il contesto che ha mosso l’io narrante e si snoda verso temi che appartengono alla più universale condizione umana.